La centratura sulla Home Care
Il progetto si configura come uno specifico contributo nel dibattito attualmente in corso sull’implementazione e sull’approfondimento delle competenze e delle responsabilità dell’Infermiere. Tale dibattito è diffuso a livello nazionale nella comunità professionale e, oltretutto, ha visto impegnati i referenti nazionali della professione infermieristica nel tavolo di lavoro Regioni-Ministero.
Il professionista che opera nell’assistenza domiciliare deve padroneggiare gli strumenti necessari a eseguire gli interventi tecnici e, ancor più, costruire quei saperi pratici che gli permettono di affrontare le specifiche situazioni e problematiche sanitarie, relazionali e organizzative, interessanti il paziente e la sua famiglia, i diversi colleghi e i Servizi con i quali si rapporta.
Il progetto pertanto si focalizza sul tema dell’apprendimento dall’esperienza nel contesto delle cure domiciliari, sulle competenze messe in campo da parte degli infermieri e dei sanitari impegnati in tali pratiche, sulla complessità operativa, emotiva, relazionale ed etica che caratterizza questi contesti lavorativi.
- valorizzare l’assistenza domiciliare, quale prospettiva di cura capace di esaltare un approccio olistico alla persona e ai suoi sistemi relazionali di riferimento, nonché appropriata e vantaggiosa politica di intervento per la promozione della salute dei cittadini;
- rendere visibili (agli stessi professionisti sanitari, ma anche ad un pubblico di “non addetti”) le importanti pratiche professionali e le competenze (tecniche, relazionali, emotive) elevate messe in campo dai professionisti sanitari che operano a domicilio;
- far emergere l’importanza, per i professionisti sanitari, della costruzione di un sapere a partire dall’esperienza, grazie ad un agire pensato, ad un confronto critico e costruttivo con i colleghi e, soprattutto, con se stessi attraverso l’esercizio della disciplina riflessiva;
- contribuire alla valorizzazione sociale del ruolo del professionista sanitario che opera a domicilio;
- mettere in luce l’importanza dei processi di empowerment negli operatori della domiciliarità quale elemento su cui puntare per migliorare la qualità del loro lavoro e garantire una buona qualità delle cure. Inoltre, rendere consapevoli gli operatori sanitari domiciliari della significatività delle proprie competenze professionali specifiche influisce positivamente anche sugli altri attori del contesto (operatori degli altri Servizi, caregiver, pazienti stessi) che, potendo riconoscere meglio tali competenze, possono confrontarsi con esse e ragionare costruttivamente sulle loro.
- organizzazione e realizzazione del convegno: “I luoghi della cura. Un viaggio tra il sé professionale e il sistema delle cure domiciliari”, nel quale sarà sviluppato, attraverso contributi di rilievo locale e nazionale e l’allestimento di specifici laboratori o sessioni formative parallele, il tema dell’assistenza infermieristica domiciliare (la complessità degli interventi e dei contesti operativi, relazionali, esperienziali e di attribuzione di significato, nonché le potenzialità di apprendimento e sviluppo derivanti dagli stessi, lo stato dell’arte delle politiche nazionali sul fronte dell’assistenza domiciliare). Il convegno in questione potrà realizzarsi a Biella nel mese di novembre, in data da concordarsi con la Federazione Nazionale Collegi IPASVI;
- realizzazione del web-documentario: “I luoghi della cura e dell’apprendimento dall’esperienza” (di seguito descritto).
Oltre ai temi e ai contenuti emersi in tali esperienze, altri spunti potranno emergere dalla prevista conduzione di ulteriori confronti improntati secondo impostazioni metodologiche proprie di un Laboratorio Riflessivo, quali occasioni di approfondimento dei temi della cura domiciliare. Anche ai fini organizzativi, si precisa che queste nuove occasioni di confronto prevederanno il coinvolgimento degli operatori già partecipanti ad un’esperienza di Comunità di Pratica che ha interessato gli Infermieri Territoriali della ASL BI, unitamente ad un numero contenuto di altri colleghi, selezionati sulla base della loro autentica motivazione e disponibilità ad un impegno anche di tempo non lavorativo.
Complessivamente si prevede di coinvolgere, in incontri condotti con cadenza approssimativamente mensile, un numero non superiore alle 15 unità di personale. Si prevede inoltre almeno un incontro di presentazione dell’iniziativa all’intero organico del servizio infermieristico territoriale e l’utilizzo di materiale narrativo scaturente dalla partecipazione a laboratori riflessivi di altri operatori sanitari (infermieri e OSS) impegnati in ambiti significativi della domiciliarità (ad esempio nell’ambito delle cure palliative e delle cure di fine vita, in Strutture Residenziali diverse, ecc.).
Dal punto di vista multimediale, se un documentario classico è un prodotto esclusivamente audiovisivo e monodirezionale, il web-doc prevede l’uso di audio e video integrati a grafiche, testi, infografiche, collegamenti ipertestuali realizzati in html o flash. Avvicinandosi in questo ai documenti ipertestuali, ai libri-game e ai videogiochi.
Dal punto di vista dell’esplorazione dei contenuti, il web-doc si presta a una partecipazione attiva dell’utente, che da fruitore si trasforma in partecipante attivo che può scegliere il proprio metodo di interpellazione e navigare il documentario nelle sue parti secondo percorsi personalizzati e con i propri tempi. Parte integrante del web-documentario è la presenza di aree di interazione e contribuzione da parte degli utenti.
Tali spazi di interattività non prevedono nozioni tecniche specifiche da parte del contributore potenziale, e consentono la gestione e la armonizzazione dei contributi in modo moderato e semiautomatico.
Di recente e rapido sviluppo è la comunicazione web-oriented di tipo transmediale, ovvero una comunicazione che, muovendosi attraverso diversi tipi di media, contribuisce ad ogni passaggio con nuove e distinte informazioni all’esperienza dell’utente. Usando diversi formati di media, si creano dei “punti di entrata” attraverso i quali l’utente può immergersi completamente nella narrazione. L’obiettivo di questa immersione è di decentralizzare il rapporto tra autore ed utente.
La comunicazione transmediale usa il principio della iper-socialità attraverso pratiche di creazione delle storie anche da parte di persone che non sono direttamente coinvolte con la produzione principale.
- Preproduzione delle riprese con definizione del paradigma editoriale, del calendario dei lavori e delle modalità di interazione della piattaforma web.
- Realizzazione e selezione di un numero congruo di interviste a addetti ai lavori. Realizzazione di alcune sessioni di riprese relative all’operatività domiciliare degli infermieri preposti (se ne ipotizzano almeno 3).
- Realizzazione della piattaforma web, dell’incardinatura narrativa, della stilizzazione grafico-dinamica.
- Editing e conformità dei filmati; editing dei percorsi di visualizzazione.
- Acquisizione del dominio, della titolarità editoriale e della politica di accessi del sito web.
- Allestimento dello spazio di interattività e gestione della strategia contributiva.
- Finalizzazione e messa on line del sito; formazione base agli operatori coinvolti sulle modalità di gestione in autonomia del sito.
All’interno di una siffatta egida editoriale multimediale, tutta la proposta formativa alimentata dalla comunità professionale coinvolta nel progetto, può essere assimilabile ad un “format” esportabile in altre realtà.
Inoltre, la programmazione di successive occasioni di presentazioni del progetto in consessi formativi si configura quale veicolo di collaborazione e interscambio con istituzioni sanitarie e accademiche che vogliano dare diffusione dello stato dell’arte circa l’apprendimento dall’esperienza e che vogliano applicare tale “format” nelle loro realtà.
Esso inoltre si configura come una risorsa propedeutica alla realizzazione di altre possibili azioni successive, che potrebbero essere attivate grazie al coinvolgimento di esponenti scientifici e studiosi di rilievo della cultura professionale infermieristica e sui temi oggetto del presente progetto (ad esempio: realizzazione di pubblicazioni scientifiche sul progetto e sui temi della domiciliarità e della valorizzazione delle professionalità ad essa legate, realizzazione di film documentari, ecc.).
Il progetto “I luoghi della cura” trova nel concetto di empowerment una possibile cornice di senso, in quanto le azioni del progetto (sia i laboratori riflessivi che il web-documentario) mettono in atto processi di esplicitazione e valorizzazione delle competenze (soprattutto di quelle più latenti e nascoste) messe in gioco dagli operatori sanitari della domiciliarità e da tutti gli altri attori del contesto, creando un terreno fertile per stringere alleanze e per consolidare la comunità professionale del territorio.
Tutto ciò agisce potentemente, non solo sulla crescita professionale, sulla stima e sul senso di autoefficacia di tutti questi attori, ma anche sulla qualità dei servizi e delle prestazioni offerti e contribuisce al consolidamento di un sistema di cure primarie sempre più orientato al coinvolgimento attivo e alla responsabilizzazione del cittadino utente.
È prevista inoltre la collaborazione di professionisti e dirigenti di settore oltre a rappresentanti professionali istituzionali.
In sintesi, la realizzazione del progetto vedrà impegnati a vario titolo e con diverse funzioni le seguenti realtà e organismi operativi e gestionali:
- Enti Gestori e Finanziatori (oltre all’ASL BI, in ipotesi: Federazione Nazionale Collegi IPASVI, Fondazioni attive sul territorio biellese e nazionale, ASL BI, Collegio IPASVI di Biella);
- Promotori istituzionali e scientifici (ad es.: IPASVI, Facoltà Universitarie e Corsi di Laurea diversi – Scienze Infermieristiche, Scienze della Formazione, Pedagogia – , ecc.);
- Patrocinatori culturali (ad es.: Associazione Italiana Formatori, Piemonte Doc Film Fund);
- Eventuali sponsor privati, solo in relazione a ulteriori azioni di potenziamento del progetto e sempre che ciò venga favorevolmente accolto dagli Enti non costituisca (per esempio un convegno di diffusione finale) e comunque solo se ritenuti compatibili dagli Enti finanziatori.
Entro i primi 2 mesi si prevede l’analisi del materiale narrativo esistente e la progettazione delle ulteriori occasioni di narrazione riflessiva e delle tracce di interviste; tutte azioni queste propedeutiche alla successiva realizzazione del web-documentario.
Le riprese per il documentario sono previste nei mesi di agosto e settembre. Entro novembre 2014 è prevista la realizzazione del convegno e della presentazione del sito web.